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venerdì 29 aprile 2016

L'Indice insulinico

L’indice insulinico esprime l’effetto di un dato alimento sull’insulinemia, cioè sui livelli ematici di insulina, un ormone secreto dal pancreas che svolge diverse e importanti funzioni nel nostro organismo .
Quando l’indice insulinico di un determinato alimento è alto, la sua assunzione determina un considerevole innalzamento del livello di insulinemia; viceversa, un cibo con un basso indice insulinico influenza scarsamente la secrezione dell’ormone in questione.

È importante l’indice insulinico? La risposta è sì; per quanto ancora esistano pochi studi sulla questione rispetto a quelli relativi al più noto indice glicemico*, l’indice insulinico ha una sua ragione d’essere in quanto:

        "non è detto che un cibo a basso indice glicemico abbia anche un basso indice insulinico."

Per quanto sia innegabile che esista una forte correlazione fra indice insulinico e indice glicemico, si deve tener conto che, mentre quest’ultimo fa riferimento soltanto all’azione dei carboidrati che sono contenuti nell’alimento in esame, anche le proteine incidono discretamente sulla secrezione insulinica.

È interessante, relativamente a questo punto, analizzare le conclusioni di uno studio del 1997 di Susanne HA Holt, Janette C. Brand Miller, and Peter Petocz pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition** (vale la pena precisare che, nonostante risalga a circa vent’anni fa, lo studio della Holt è tuttora quello più citato a proposito dell’indice insulinico).

I tre ricercatori hanno infatti osservato che gli indici glicemico e insulinico della stragrande maggioranza degli alimenti sono fortemente correlati, ma che esistono alcuni cibi, quelli ad alto contenuto proteico (per esempio la carne, i formaggi magri e il pesce) e quelli ricchi di grassi e carboidrati raffinati (prodotti di pasticceria, dolci ecc.), che stimolano una risposta insulinica sproporzionatamente superiore alla loro risposta glicemica. Hanno infine concluso che l’indice insulinico può rivestire una notevole utilità nella gestione del regime alimentare e nella prevenzione di importanti patologie quali il diabete mellito di tipo 2 e l’iperlipidemia.
e conclusioni di questo studio sono estremamente interessanti e dovrebbero far riflettere seriamente tutti i sostenitori di quei regimi alimentari che si basano sull’indice glicemico degli alimenti come per esempio il metodo Montignac e la Zona di Sears (basta scegliere cibi a basso indice glicemico e si evita di scatenare il meccanismo insulinico…).

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