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lunedì 18 luglio 2016

la Vitamina b12

Il termine vitamina B12 identifica un gruppo di sostanze organiche chimicamente affini, contenenti cobalto e per questo note come cobalamine. Le principali forme coenzimatiche sono la metilcobalamina, l'idrossicobalamina e la deossiadenosilcobalamina.
La carenza di vitamina B12 induce una malattia nota come anemia perniciosa, caratterizzata da alterazioni del anemie sideropeniche(da carenza di ferro), questa malattia è dovuta non tanto alla carenza del minerale, quanto alla penuria di eritrociti. Il complesso vitaminico B12 è infatti fondamentale per la sintesi di globuli rossi da parte del midollo osseo. Proprio questa sua funzione primaria è particolarmente nota nel mondo dello sport dove la cianocobalamina rientra, insieme al ferro e all'acido folico, nei prodotti destinati a risolvere casi di "pseudoanemia da sport".
Il fabbisogno quotidiano di vitamina B12 è veramente modesto, ma comunque essenziale. La dose giornaliera richiesta per l'adulto è di circa 2 - 2,5 µg, mentre i depositi presenti nell'organismo ammontano a circa 4 mg. Il fabbisogno aumenta leggermente durante la gravidanza e l'allattamento.

e fonti di vitamina B12 sono essenzialmente di origine animale (fegato, latte e derivati, carne di manzo, uova); per questo motivo i rischi di carenza sono più concreti nei vegetariani. Una dieta di questo tipo seguita dalla madre in gravidanza può essere molto pericolosa per il nascituro.
Va detto, per contro, che la B12 è l'unica vitamina idrosolubile di cui esistano riserve importanti nell'organismo che, concentrate a livello epatico, riescono a coprirne il fabbisogno per lunghi periodi di tempo (fino a tre - cinque anni).

mercoledì 22 giugno 2016

Tutto sul lievito di birra

Il lievito di birra si ottiene attraverso la selezione di microrganismi viventi, i Saccharomyces Cerevisiae, funghi microscopici unicellulari che vengono coltivati e fatti fermentare in appositi fermentatoi, dove si moltiplicano moltissime volte. Si chiama “di birra” perché è un residuo della fermentazione della birra, ma si può trovare anche altrove, per esempio sulla buccia di alcuni frutti.
Il lievito di birra contiene molte proteine ad alto valore biologico e tutte le vitamine del gruppo B. È inoltre ricco di minerali, tra cui magnesio, fosforo, potassio, ferro, calcio e selenio; ha quindi un’azione rimineralizzante e aiuta a combattere l’astenia.
Ha potere disintossicante nei confronti del fegato ed è alleato di tutto l’apparato tegumentario, cioè di capelli, pelle, ciglia, unghie. Aiuta a combattere alcuni inestetismi cutanei, in particolare l’acne e le dermatiti. È utile al sistema cardiovascolare e metabolico perché contribuisce a tenere pulite le arterie e facilita l’azione dell’insulina. Aiuta a ripristinare la flora batterica intestinale.
Le proprietà del lievito di birra erano note già nell’antichità. Esistono chiari riferimenti a questo prodotto, che veniva utilizzato per depurare l’organismo e per combattere le malattie epidemiche, già in un testo del 3.500 a.C.

martedì 21 giugno 2016

La dieta delle Banane

Dieta della banana o dieta della banana mattutina o The Morning Banana Diet sono tutte varianti della stessa dieta dimagrante basata sul consumo di banane per perdere peso.

Le varianti sono molto simili tra loro, in questo articolo scopriremo come funziona la dieta della banana (comprese le sue 2 varianti più famose), come strutturare il menù settimanale fino ad arrivare ai possibili vantaggi e svantaggi di questo piano dimagrante in po’ stravagante.
Diciamo che la dieta della banana può essere indicata sopratutto per chi desidera mangiare quello che vuole, non vuole regole fisse da rispettare per i pasti principali, non deve perdere tantissimi chili e sogna di perdere peso senza nemmeno andare in palestra.

La regola principale su cui si basa la dieta della banana classica (detta The Morning Banana Diet ) è solamente  una: mangiare una banana, o più di una, per colazione, rigorosamente cruda ed a temperatura ambiente, accompagnandola solo da un bicchiere d’acqua.

La Morning Banana Diet non è solamente una dieta semplice ma anche molto di ampia, per niente restrittiva, quindi adatta a tutti, specialmente per chi non ha voglia di mettersi a dieta sul serio.Per il resto della giornata non è previsto, nessun regime dietetico particolare o restrittivo, la dieta prevede solamente 7 regole di base da rispettare per poter dimagrire veramente:

fare colazione con una banana + acqua prima delle 8 del mattino, senza aggiungere caffè o yogurt
mangiare una banana nello spuntino pomeridiano che deve essere fatto dalle re 15:00 alle ore 16:00 (è possibile sostituire la banana con un altro frutto o con uno snack ipocalorico come una barretta, un biscotto)
vietati i dolci dalle ore 16.00 fino al termine della giornata (non bisogna consumare dolci prima o dopo i pasti)
andare a letto prima di mezzanotte, il riposo permette di far funzionare bene il metabolismo
l’esercizio fisico è facoltativo, il piano incoraggia una camminata ogni giorno solo se non genera stress
non bisognerebbe cenare troppo tardi, il periodo migliore è dalle 18:00 alle 20:00
non bere altre bevande oltre l’acqua

giovedì 16 giugno 2016

La Dieta Gift

Dieta GIFT (acronimo di: Gradualità, Individualità, Flessibilità e Tono) è un sistema coniato dai dott.ri Attilio Speciani e Luca Speciani, utile a perseguire:
Il dimagrimento in caso di sovrappeso
Il ripristino della condizione metabolica ottimale in caso di alterazioni indotte dalla cattiva alimentazione o dello stile di vita.

Il recupero dell'equilibrio psicofisico.
Nello specifico, dieta GIFT dovrebbe intervenire soprattutto a livello della regolazione del metabolismo (miglior impatto insulinico e conservazione della massa muscolare) e della modulazione dell'appetito (controllo ipotalamico); a tale scopo, dieta GIFT si avvale di alcuni principi cardine e regole che, combinate e mantenute nel tempo, dovrebbero garantire il risultato; in sintesi:
Abolizione del conteggio calorico
Attivazione del metabolismo e conservazione della massa muscolare con l'attività fisica
Avviamento graduale alla dieta
Possibilità di sostituire i cibi utilizzando le equivalenze alimentari
Utilizzo di carboidrati SOLO a basso indice glicemico
Eliminazione degli alimenti poco salubri, lavorati, ricchi di conservanti, e dei cibi spazzatura o junk foods
Abbinamento proteine/carboidrati per limitare l'effetto rimbalzo dell'insulina
Controllo dell'indice e del carico glicemico
Distribuzione calorica ottimale dei pasti (decrescente nell'arco della giornata)
Frutta e verdura in libertà con l'accorgimento di inserirle all'inizio del pasto
Apporto generoso di acqua e fibra alimentare
Masticazione lunga
Attività fisica con predilezione per lo sforzo di tipo aerobico
Controllo delle intolleranze alimentari (test DRIA) che, scatenando i mediatori dell'infiammazione, possono agire negativamente sull'azione insulinica (la soluzione è la rotazione dei cibi)
Equilibrio psicofisico; i cibi possono influire sull'umore, così come l'umore può influire sul modo di alimentarsi. "DietaGIFT richiede una comprensione profonda ed una rimozione attiva di queste schiavitù".
Dieta GIFT consiglia di utilizzare sempre cotture semplici, senza glutammato di sodio, utilizzare poco olio extravergine d'oliva e, in alternativa, "a crudo" quello di un singolo seme spremuto a freddo; inoltre, suggerisce di abolire i prodotti pre-confezionati, evitare gli zuccheri aggiunti e i dolcificanti, utilizzare (soprattutto negli spuntini) frutta fresca o bevande non zuccherate o centrifugati vegetali.
Inoltre, dieta GIFT suggerisce di consumare ad ogni singolo pasto: un alimento a base di carboidrati a basso indice glicemico (60g a secco), uno a base di proteine (quantitativamente della stessa misura rispetto al piatto cotto a base di carboidrati) e frutta e/o verdura (quantitativamente della stessa misura rispetto al piatto cotto di carboidrati).

lunedì 6 giugno 2016

La dieta anticolesterolo

In cosa consiste di preciso una dieta anti colesterolo?
Innanzitutto bisogna considerare che avere colesterolo alto spesso non rappresenta un problema, o perché il rapporto tra il colesterolo totale e quello HDL è nella norma (il colesterolo totale sopra i 200 non è un problema di per sé), oppure perché non sussistono altri fattori di rischio, e il colesterolo alto, non essendo uno dei più pericolosi, da solo non è causa di un rischio cardiovascolare elevato. Per valutare tutti questi fattori, rimando all'articolo principale sul colesterolo.
In questo articolo voglio valutare criticamente l'approccio dietetico che viene in genere consigliato al soggetto con il colesterolo alto, che si riassume in questi punti.
eliminare i cibi ricchi di grassi animali
eliminare il tuorlo d'uovo, le frattaglie e i crostacei
ridurre i condimenti
aumentare gli alimenti ricchi di fibra: (verdure, frutta, cibi integrali)
Questi consigli vanno decifrati per coloro che hanno una coscienza alimentare nulla (la maggior parte della popolazione), dunque in genere il medico stila una lista di alimenti vietati: per ogni categoria di alimenti, ne esistono alcuni da evitare, altri da limitare, altri ancora da preferire. Se i consigli sono dati dal medico curante, spesso vengono semplificati ulteriormente, concentrandosi solamente sui cibi più a rischio, in pratica la dieta anti colesterolo diventa questa.
SALUMI: concessi solo quelli magri;
FORMAGGI: concessi solo quelli freschi;
LATTICINI: solo quelli magri;
DOLCI: evitare quelli a base di latte, panna, burro, uova;
CIBI CUCINATI: evitare piatti elaborati e fritti.

venerdì 3 giugno 2016

Il colesterolo

Il colesterolo è un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei. Nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche, importanti ed  ESSENZIALI:
è un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità;
è il precursore della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei, sia maschili che femminili (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo ecc.).

Nonostante questo ruolo biologico di primo piano, quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma si trasforma in un acerrimo nemico della nostra salute.

Come tutti gli avversari più tenaci, il colesterolo alto può essere sconfitto soltanto conoscendolo a fondo ed utilizzando tali informazioni per elaborare adeguate strategie difensive e di contrattacco.

Il colesterolo viene prodotto principalmente dall'organismo (70-90%) e solo una minima parte deriva dall'alimentazione (10-30%).
Il colesterolo che viene assunto con gli alimenti (circa 300 mg) è spesso esterificato e per questo viene assorbito con difficoltà. A questo si aggiunge quello contenuto nella bile, che viene secreta per digerire i grassi (circa 1000 mg): di questo totale, circa la metà (600-700 mg) viene riassorbito dall'intestino e rientra nel torrente sanguigno. Questo dato già ci suggerisce che agendo sul colesterolo alimentare, anche portandolo a zero, non cambierebbe di molto la quantità assorbita con la digestione.
Come molecola essenziale, tutte le cellule del corpo sintetizzano il colesterolo, tramite un complesso processo chimico che conta ben 37 passaggi e che utilizza come substrato di partenza l'acetil-CoA. L'organismo di un soggetto di 70 kg contiene circa 35 g di colesterolo, e ne produce in modo endogeno circa 1000 mg al giorno.
Per risparmiare energia, le cellule regolano la produzione di colesterolo in base alla concentrazione intracellulare, questo comporta il fatto che se assumiamo più colesterolo con l'alimentazione, il nostro organismo compensa, producendone meno per sintesi endogena. In altre parole, il colesterolo assunto con i cibi ha un'influenza da piccola a insignificante sui livelli di colesterolo nel sangue, e anche per questo, sperare di ridurre la colesterolemia assumendo meno colesterolo spesso è illusorio.
Le piante non producono colesterolo, se non in rarissimi casi, sintetizzano e utilizzano molecole affini, i fitosteroli, utilizzati da alcuni anni come integratori per abbassare i livelli ematici di colesterolo.

mercoledì 1 giugno 2016

Le intolleranze alimentari

A volte capita, pur senza essere affetti da una malattia precisa, di soffrire di disturbi ricorrenti e persistenti di cui non si riesce a venire a capo: gonfiori, capogiri, cefalea, stanchezza cronica, dermatiti o improvvisi cambiamenti di peso, ma anche astenia, insonnia, forme lievi di depressione. La causa potrebbe essere un’ intolleranza alimentare, fenomeno che negli ultimi anni si è ingigantito in maniera esponenziale: studi europei stimano una percentuale di incidenza delle intolleranze intorno al 13% nei bambini e al 10% negli adulti.

È l’intestino che si ribella ai cibi “sbagliati”
Le persone che sono affette da intolleranze accusano disturbi per anni, provando ogni tipo di cura senza accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento non gradito al loro metabolismo. L’ intolleranza può essere dunque il sintomo di una reazione dell’organismo a cibi comuni, insospettabili, ma che costituiscono uno stimolo tossico capace di dare luogo a numerosi problemi. Quando questi cibi sono assunti a lungo e in quantità elevate, creano un accumulo di sostanze sgradite che danno luogo ai vari disturbi. L’organo coinvolto in questo processo è in primo luogo l’intestino, che recepisce alcuni cibi come “tossici”, coinvolge il sistema immunitario e scatena le reazioni infiammatorie.